La programmazione, le urgenze, la logistica sono tutti pensieri che preparano, anticipano e accompagnano un trasloco. Ma dopo? Una volta terminato, cosa aspettarsi? Il “day after” è tutta una questione di emozioni.
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Ultimi ritocchi: la casa diventa viva
Abitare e vivere sono due termini che spesso vengono confusi come sinonimi e invece si accavallano solo per alcuni aspetti. Abitare un luogo significa passare del tempo in una casa dove mangiamo e riposiamo: non proprio una vita; vivere in un luogo significa invece, e questo ormai è noto a tutti, vivere “il” luogo, sia che si tratti di una via, di un quartiere, di una città o di una casa.
L’aspetto psicologico coinvolto in un trasloco è quindi quello di adattare la nostra vita ad altri luoghi o, per dirla diversamente, a integrare un nuovo posto nella nostra esistenza. Un’esperienza per la quale ci prepariamo con largo anticipo proprio nel momento in cui decidiamo di traslocare, cercando fin da subito di lottare contro eventuali traumi.
Non solo motivazioni personali, tenete d’occhio cosa manca
- avete sbagliato le misure e un pezzo di arredamento è più piccolo del muro su cui è appoggiato
- vi accorgete solo ora che il sole batte in una porzione di casa che non avevate previsto
- non lasciatevi spaventare da qualche piccolo danno superficiale
- avete approfittato del trasloco per buttare via qualcosa che ora vi servirebbe proprio
- la nuova casa avrà qualcosa che la vecchia non aveva e forse è anche vero viceversa
Un trasloco è come una impresa, una battaglia o un viaggio: si parte, si fatica, si perde qualcosa, si rinasce. Dopo il trasloco si mettono insieme i pezzi, si fa un bilancio e “mettere insieme i pezzi” ha un significato tanto concreto quanto metaforico, coinvolge tanto gli arredi e i mobili quanto le sensazioni e le impressioni.
C’è una sensazione di spaesamento nei primi momenti dopo un trasloco e su come superare questo ostacolo i consigli si sprecano perché ognuno ha proprie caratteristiche peculiari. I passi da compiere prima di un trasloco sono, nel bene e nel male, gli stessi per tutti e riguardano l’attivazione di tutte le utenze, le pulizie profonde di tutti gli ambienti, la gestione delle spedizioni preventive, i trasporti, i collegamenti e gli eventuali magazzini da reperire.
Dopo il trasloco si tratta invece solo di vivere, nient’altro che questo, tornando alla contrapposizione con “abitare” di cui abbiamo parlato poco fa, fare entrare i nuovi ambienti nelle proprie abitudini.
Ecco un consiglio che potrebbe essere utile per combattere lo stress “post-trasloco”: non finire mai di traslocare.
Sembra una provocazione ma provate a riflettere sulla vostra concezione personale di “fine” di qualcosa e chiedetevi: quando effettivamente finisce un trasloco? Quando i mobili sono tutti montati? Quando avete finito di svuotare gli scatoloni e di sistemarne il contenuto? In poche parole, quando fate iniziare la vita nella nuova casa? Spostando la fine sempre più in avanti, un trasloco sembra non terminare mai e, di fatto, finire ogni giorno che lo fate.
Pensateci bene, forse è per questo che alcuni preferiscono andare a dormire nella nuova casa ancora a trasloco in corso e altri, invece, sostengono di essere “a casa” solo dopo la prima volta che hanno invitato ospiti.
Devi effettuare un trasloco? Preventivo Traslochi
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